giovedì 12 marzo 2015

Mercati contadini: non solo questione di CO2

Ecco la nostra risposta sulla Gazzetta di Reggio



Alle porte dell'atteso Expo, in un incontro di formazione davanti a giornalisti ed operatori del settore, il professor Giulio Zucchi interviene a proposito di alcuni temi caldi per la nostra agricoltura.

La sua personale chiave di lettura tocca un argomento a noi, dell'Agricola Leoni, molto familiare, i mercati Km0.

In questo post,  riporto la parte dell'articolo sull'intervento di Zucchi inerente al topic e la nostra risposta pubblicata sulla Gazzetta di Reggio Emilia due giorni dopo.

Dall'opinione del professor Zucchi:
"Purtroppo però siamo tutti esperti del settore e profondi intenditori che però facilmente scivoliamo nel ridicolo. Il chilometro zero per esempio - secondo Zucchi – è ambientalmente più impattante rispetto al classico commercio della Gdo (grande distribuzione organizzata) che con gli stessi quantitativi di energie e di inquinanti, questo è il frutto di una ricerca specifica del professore, movimenta una enormità di prodotto in più. «Pensiamo a chi fa 10 km in auto per andare a comprare tre chili di pere e poi va al supermercato a comprare il detersivo. Senza dimenticare il livello di garanzia offerto sulle produzioni»". http://gazzettadireggio.gelocal.it/reggio/cronaca/2015/03/08/news/l-esperto-demolisce-la-mitologia-del-chilometro-zero-1.11005536?ref=search

La risposta dell'Agricola Leoni:
«Se proprio volessimo trovare un capo d’accusa per i prodotti a chilometro zero sarebbe meglio concentrarsi sul fatto che nei mercatini il consumatore viene troppo spesso confuso dalla presenza di prodotti che sono frutto di commercializzazione e non di produzione diretta. Anche in questo settore ci sono i più furbi». Così Simone Leoni, imprenditore agricolo correggese, da quasi 10 anni pienamente impegnato anche nella vendita diretta delle proprie produzioni, replica alle critiche, avanzate dal professor Giulio Zucchi sabato scorso ad un incontro sull’Expo, sul fatto che il chilometro zero costringe il consumatore a generare un maggiore inquinamento ambientale. «Il chilometro zero piuttosto - scandisce Leoni - costringe il consumatore a fare molta attenzione alle produzioni che non sono il frutto del lavoro di chi le sta vendendo ed in questo senso diventa importante il dialogo con il consumatore e la corretta presentazione del prodotto nel quale chi lo cerca non mette il prezzo al primo posto». «Va detto che chi si avvicina al chilometro zero - specifica Leoni - non lo fa per ricercare minori emissioni di anidride carbonica ma per la migliore qualità delle produzioni dovuta in primo luogo alla corretta maturazione derivante dai tempi di raccolta che non sono quelli imposti dalle esigenze della Gdo». http://gazzettadireggio.gelocal.it/reggio/cronaca/2015/03/10/news/leoni-chi-sceglie-il-km-zero-cerca-la-qualita-1.11022776?ref=search

Ora, alcune mie brevi considerazioni aggiuntive sui mercati degli agricoltori e prodotti a Km0 senza alcun filtro o edit editoriale.

Premetto che l'importanza della sostenibilità ambientale è indiscussa e dev'essere anche base per le nostre scelte di consumo. La scelta di prodotti Km0, chiamati anche prodotti locali, serve non solo per promuovere le attività del territorio, ma soprattutto per incentivare lo sviluppo di una mentalità più sostenibile. Capire che la frutta ha una stagione, se la si considera legata al territorio e non al mondo, è un valore. Permette infatti di evitare di far arrivare le ciliege dal Cile a dicembre con emissioni di CO2 e prezzi elevatissimi.
I mercati contadini danno veramente spazio ai VERI agricoltori di poter trasmettere i prodotti della tradizione. Alcuni di questi sapori, non giungerebbero nemmeno alle persone se dovessero essere proposti dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Conoscere ciò mangio è sempre stato per me motivo d'orgoglio quando mi trovavo in paesi in cui questa cultura non esiste.
Scegliere prodotti locali crea anche un legame con il proprio territorio, che ne stimola la sua scoperta. Portare la morosa/o a fare una passeggiata in campagna ha più vantaggi che portarla in un centro commerciale!
Considerare i grandi centri commerciali come soluzione di perfetta efficienza si rifà a logiche di marketing distributivo sorpassate. Come se i consumatori ragionassero in termini di razionalità perfetta legata all'efficienza. Negli ultimi anni, importanti catene della GDO hanno infatti aperto formati distributivi inseriti nei centri delle città, vedendo proprio in calo l'enfasi verso gli ipermercati. Inoltre, i bacini d'utenza dei grossi centri commerciali superano di gran lunga i '10 km per tre kg di pere' del professore.
I mercati degli agricoltori sono generalmente situati in centro città, offrendo la possibilità alle persone del centro di far la spesa senza accendere la macchina. Chi viene da fuori, lo fa generalmente per fare anche altre commissioni in uffici del centro, o semplicemente per fare la 'passeggiata del sabato mattina' tra i negozi.
Inoltre, il professore Zucchi offre un'analisi della filiera agricola molto industriale, senza lasciar spazio ad altre sue possibili strutture. Le pesche, i duroni, le albicocche e le susine che raccogliamo mature, non le portiamo in frigo, ma subito ai nostri clienti. Questo risparmio di CO2 dove lo mettiamo?

Ripeto, meglio concentrarsi sul problema della vera provenienza dei prodotti venduti dai 'finti produttori' ai farmer markets, anzichè cercare la mitologia in una realtà positiva per tutti.

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